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La voce di Anna

Mi chiamo Anna Lucia, ma tutti mi chiamano Anna. Quanti anni ho? I primi che suonano sono 90, che gli 89 son già passati.

Vivo a Reggio Emilia, dove sono nata, dove ho passato una splendida infanzia, anche se nei ricordi bisogna nominarla, la guerra, quando mia madre faceva il pane ogni giorno, perché dopo la trebbiatura del frumento venivano le guardie: ne lasciavano soltanto due etti a testa e non bisognava sprecare niente. Erano anni in cui non conoscevamo l’abbondanza, ma no, non abbiamo mai sofferto la fame.

Mia madre Olga, che tutti chiamavano Stella, è in molti di quei ricordi, spesso in cucina. A preparare le tagliatelle, i cappelletti. A impastare la sfoglia e poi insegnarmi a tirarla, anche se il tavolo era troppo alto per i miei dieci anni e mezzo e dovevo salire sullo sgabello. Lei lavava i piatti, mio fratello Luigi li asciugava. A me, che ero la più piccola, toccavano le posate e tutto quello che non si poteva rompere. Ricordo un giorno di dicembre di molti anni fa, la sera in cui Santa Lucia passa a riempire di dolci le calze lasciate appese dai bambini. Non avevo voglia di aiutare e a nulla sembravano servire gli avvertimenti della mamma: “guarda che Santa Lucia ti sente, guarda che ti sente”. Il mattino dopo mi svegliai prima di Luigi e corsi a controllare la mia calza che, a differenza di quella di mio fratello, era completamente vuota. Le calze erano dello stesso colore, dello stesso tessuto e così, nel silenzio della casa ancora addormentata, le scambiai. Non mi accorsi, però, che la calza destinata a Luigi era molto più lunga! Il mio piano fu scoperto, ma la punizione non arrivò: i dolci vennero divisi metà per uno. Con un po’ di disappunto da parte di mio fratello, certo.

Poi sono diventata mamma a mia volta e in quello stesso giorno di dicembre, il giorno prima di Santa Lucia, in casa si iniziava a preparare il ripieno per i tortelli di Natale. Si bolliva il purè di castagne, si preparava la marmellata con cui poi sarebbero stati riempiti aggiungendo la scorza dei limoni grattugiati, l’uvetta sultanina, il cioccolato e, più tardi, anche il caffè. Il pentolone era così grande che nel frigorifero non ci stava e dovevamo lasciarlo a raffreddare sul balcone. Quando le mie figlie restavano da sole se ne uscivano al freddo, con i loro cucchiai, per mangiarlo di nascosto. Pensavano che io non me ne accorgessi, ma l’ho sempre saputo: era anche per questo che ne preparavo così tanto.

Sono moltissime le ricette della nostra famiglia: la pasta rasa, da fare il giorno prima; la torta di tagliatelle, che per mia figlia è “un concentrato di burro”; la zuppa di pane, che piaceva tantissimo a mia nonna. Da bambina la sentivo dire a mia madre: “Stella, non farmi da mangiare, che mi faccio la panèda” e correvo da lei, al piano di sopra, perché sapevo che come sempre ne avrebbe fatta un po’ anche per me. Tra tutti i piatti della nostra storia, però, ce n’è uno in particolare, che parla di noi. È una ricetta di mia madre che si prepara con la pasta del gnocco fritto, riempita di bietole dell’orto e poi fritta, perché fritto – si sa – è tutto più buono. Li chiamava “erbazzoncini” e non esiste una sola persona al mondo a cui non piacciano.

Le mie figlie li preparano ancora, per i loro bambini, perché tramandare le ricette di famiglia è rivivere i ricordi più belli del tempo passato, fare tesoro delle parole delle madri e non dimenticare. Per questo motivo, un Natale di qualche anno fa, ho deciso di trascriverle e le ho regalate ai miei nipoti, accompagnate da un biglietto:

Se i vostri gusti non cambiano, ecco le mie ricette.
Buon lavoro.
Con tanto affetto,
Nonna Anna

La ricetta di Anna: erbazzoncini fritti

Ingredienti

Per la pasta del gnocco
1 kg di farina
4 cucchiaini da caffè di sale
5-6 cucchiai di olio d’oliva
½ litro abbondante di latte

Per gli erbazzoncini
1 kg di bietole e spinaci
3-4 cucchiai di olio d’oliva
150 g di formaggio Parmigiano
Battuto di prezzemolo con aglio
Sale

Preparazione

Per la pasta del gnocco
Impastare tutti gli ingredienti e lasciar riposare per un’ora.

Per gli erbazzoncini
Tritare bene le bietole e gli spinaci già scottati. Passarli in una teglia con l’olio per 10 minuti. Togliere dal fuoco, aggiungere prezzemolo e formaggio, poi aggiustare di sale.
Con la pasta del gnocco, non troppo sottile, fare dei tortelli ben stretti intorno e pizzicarli al centro. Friggere pochi erbazzoncini per volta in abbondante olio.

Credits:
Testi di Carlotta Fiore
Foto di Diego Rosselli
 






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